lunedì 15 agosto 2011

Pompei, ritrovate le Botteghe dei profumi

Pompei, ritrovate le Botteghe dei profumi
Carlo Avvisati
Il Mattino - Napoli 20/7/2011

Spuntano tre nuove domus
Tre nuove domus in via degli Augustali, la strada dei profumieri pompeiani di duemila anni fa. La scoperta di tre botteghe, all'interno delle quali si producevano essenze profumate, è di una équipe franco - iberica coordinata da Jean-Pierre Brun, direttore del Centre Jean Bérard.

POMPEI. Potrebbe essere via degli Augustali la strada dei profumieri pompeiani di duemila anni fa. Un'arteria commerciale importantissima, la via dei profumieri, che i numerosi studiosi d'archeologia del secolo scorso, pur ipotizzando che si trovasse nel cuore della città distrutta dall'eruzione del Vesuvio nell'agosto del 79 dopo Cristo, non erano mai riusciti a collocare con certezza nel reticolo urbano. La scoperta di tre botteghe, vicinissime tra loro, all'interno delle quali si producevano e si vendevano essenze profumate, fatta da una équipe franco-spagnola coordinata da Jean Pierre Brun, direttore del Centre Jean Bérard di Napoli, lascia invece ipotizzare che lungo quell'asse cittadino fossero posizionate le fabbriche e gli atelier utilizzati per lo smercio al dettaglio dei preziosi profumi prodotti in città o che arrivavano da Capua. Le indagini future su quell'area, se porteranno alla luce altre profumerie, confermeranno che a Pompei si è finalmente trovato, dunque, il quartiere dei profumieri. Assieme a Brun hanno lavorato gli esperti dell'Istituto Valenciano de Conservación y Restauracion de Bienes Culturales de la Generalitat Valenciana, in Spagna. Le prime indagini volte al rinvenimento dell'area in cui si fabbricavano le essenze destinate alla matrone pompeiane, risalgono agli anni 2000. Le ricerche di quest'anno si è appuntata sulle tabernae 26, 27 e 28, situate tra gli edifici scavati appunto lungo via degli Augustali. La strada, che si trova tra via della Fortuna e via dell'Abbondanza, ovvero tra i due Decumani, le arterie principali di Pompei, è sicuramente una delle vie più importanti della città sia perché si trova in pieno centro sia perché a ovest termina con l'accesso diretto al Foro. Le botteghe individuate sono fatte di piccole stanze che, al momento dell'eruzione, non sembrano far parte delle case retrostanti. «La conoscenza del quartiere dei profumieri - spiega Brun - è cresciuta grazie alla scoperta di queste istallazioni dotate di vasche e, particolarmente, di una grande quantità di unguentari di ceramica conservati tra cenere e lapilli sia nelle vasche sia nelle fosse». E, appunto lo scavo della taberna 28 è stato importante da questo punto di vista perché fa risalire l'attività dei profumieri pompeiani alla seconda metà del II secolo avanti Cristo. Un'altra fossa, più antica, ha invece restituito principalmente ceramica da cucina ma senza unguentarii. Nella piccola taberna 27, funzionava, al momento dell'eruzione, una vasca perla produzione di profumi edificata contro il muro di fondo. Sotto il pavimento, invece, è stata scoperta un'altra vasca colma di ollae pertuse (si tratta di anfore bucate) utilizzate per coltivare i fiori, uno degli ingredienti base dei profumi. Nella bottega 26, la maggior parte della zona indagata corrisponde a una cantina distrutta in gran parte da un terremoto. Il suo scavo, oltre a venticinque monete, forse l'incasso dell'ultima giornata di vendite prima della catastrofe, ha consentito di recuperare anche oggetti di bronzo: recipienti usati per pesare gli ingredienti da miscelare perla produzione profumiera, e elementi di una bilancia a tre piatti. All'interno di un braccio della bilancia, poi, è stato trovato un frammento di papiro scritto: forse si tratta di un talismano magico. «La prima fase di queste botteghe - sottolinea l'archeologo - risale alla fine del II secondo secolo avanti Cristo; non conosciamo bene l'ultima fase perché quell'area è stata scavata nel 1820 e dunque sono state sconvolte le indicazioni che avremmo potuto avere da quegli scavi. Il dato importante tuttavia è che trovando vasche e fosse piene di unguentari di ceramica, perché gli unguentari di vetro che vennero utilizzati a Pompei, a partire dalla metà del primo secolo avanti Cristo sono stati trovati nella metà dell'ottocento, ne sappiamo di più su produzione e vendita delle essenze nella Pompei di venti secoli fa».