domenica 20 febbraio 2011

I ruderi del circo romano senza neanche un cartello

I ruderi del circo romano senza neanche un cartello
Giuseppe Tesorio
Corriere della Sera – Milano 11/2/2011

Passante: «Scusi, il circo di Massimiano?». Meneghino di mezza età: «Massimiano chi?». Passante: «L'imperatore romano perbacco, ma non studiate più la storia antica?». Meneghino: «Non così bene, comunque non so neppure dov'è il circo; provi in via Circo, chissà, una volta ho visto due sassi in un giardinetto, vuoi vedere che ...». Morire se trovi un cartello di informazione, una targa, una lapide. Inesistenti o illeggibili. Eppure, basterebbero due righe, una data, un invito cortese a rallentare il passo e ammirare. Due esempi tra mille. Dove sta scritto che l'arcinoto Palazzo Marino è proprio Palazzo Marino? Da nessuna parte. Certo, ci sono due bandiere e due vigili al portone, i milanesi sanno che ci «abita» il sindaco, ma il cartello giallo delle indicazioni turistiche è scomparso da quattro anni. Era rimasta la palina, all'inizio di via Marino. Due anni fa hanno tolto anche quella. Ma non divaghiamo, il passante aveva chiesto del circo imperiale. Già, e proprio in via Circo, in un giardinetto tra i civici 9 e 11, dormono alcuni resti archeologici, i «due sassi». Senza un cartello ovviamente. Ma come, quel che resta del muro di curva del grandioso circo fatto costruire dall'imperatore Massimiano, tra il III e il IV secolo d.C., sul letto del torrente Nirone, è cosa da poco? Occupava un'area compresa tra corso Magenta e le vie del Torchio, Brisa, Cappuccio, Circo, Luini e Morigi. Della costruzione originaria si sono conservate parti delle fondamenta delle gradinate (in alcune cantine di via Brisa) e questi ruderi in via Circo. L'imperatore raggiungeva la tribuna all'interno del circo, attraverso un passaggio privato, senza uscire dal suo palazzo. Sul lato minore a nord del circo, nell'attuale corso Magenta, si trovavano i «carceres», collocati ai lati della porta monumentale d'ingresso, dove si posizionavano bighe e cavalli in attesa del segnale di partenza (erano disposti a semicerchio per evitare che i carri più esterni si trovassero svantaggiati). C'era pure un avamposto fortificato, con tanto di torre, ben conservata, utilizzata in seguito come campanile del Monastero Maggiore, in via Luini. Sul lato opposto, in via Circo appunto, la linea del traguardo e la tribuna dei giudici. Oggi, briciole di muro e «zero cartelli».