venerdì 21 gennaio 2011

Acquedotto del Serino celebra i due millenni di vita con una manifestazione nel castello di Baia.

Acquedotto del Serino celebra i due millenni di vita con una manifestazione nel castello di Baia.
Franco Mancusi
08/12/2010 IL MATTINO

È l’opera pubblica antica più imponente della Campania. Da sempre croce e delizia dei napoletani, l’acquedotto del Serino celebra i due millenni di vita con una manifestazione nel castello di Baia. Grazie a una singolare festa di compleanno con tanto di torta, ricostruzioni al laser e proiezioni storiche, inaugurazione-bis nello stesso giorno dell’apertura di duemila anni fa, il prossimo 30 dicembre. Soprintendenza Archeologica e Arin (l’azienda municipale che gestisce gli impianti dell'acquedotto napoletano) preparano un programma di eccezione. Caso raro nel corso della storia, sarà possibile ricostruire in tempo reale, senza la minima approssimazione, le vicende del monumentale impianto idrico che dalle fonti irpine del Serino, attraverso 96 chilometri di tracciato, trasferiva le risorse idriche sino alla Piscina Mirabilis e alle navi della flotta imperiale ormeggiata nel porto di Capo Miseno, attraverso Nola, Acerra, Napoli, Puteoli, Baia e gli altri più importanti centri della Campania. Giustamente fiero il professore Giuseppe Camodeca, docente di Epigrafia nell’università Orientale di Napoli, per una scoperta che apre prospettive straordinarie di ricerca non soltanto sulle vicende storiche dei Campi Flegrei. Nel corso di lavori ordinari di scavo, effettuati da una coppia di studiosi nell’area «critica» di Pozzuoli, fra Lucrino e la collina dello Scalandrone, la prima scintilla che ha fatto scattare la mobilitazione della Soprintendenza. Nel profondo di un cunicolo, con l’aiuto di sofisticate apparecchiature azionate dal laser, la scoperta dei resti di una iscrizione parietale celebrativa del giorno d’inaugurazione dell’ultimo tratto del Serino, relativo al comprensorio dei Campi Flegrei. Per il momento impossibile penetrare nella caverna, che collega il lago Lucrino al Fusaro. Grazie alla traccia indicata in profondità dai due appassionati (la naturalista Raffaella Lamagna e lo speleologo Graziano Ferrari), tuttavia è stato possibile ricostruire non soltanto il percorso, ma anche le iscrizioni del prezioso blocco tufaceo, danneggiato dall’incuria del tempo. «Presa d’acqua aperta su permesso e cura di Decimo Satrio Ragoniano, curatore dell’acquedotto augusteo il 30 dicembre dell’anno dei consoli Giunio Bleso e Sevio Lentulo (10 d.C.)». «Con il contributo finanziario dell’Arin - spiega il presidente Maurizio Barracco - è stata realizzata una digitalizzazione dell’iscrizione e della cavità che la contiene, con l’impiego di strumenti laser-scan e a luce strutturata». L’iscrizione si trova all’interno di una galleria romana posta in località Scalandrone pertinente al progetto di riorganizzazione della zona Averno-Lucrino disposta da Agrippa verso il 37 a.C. con lo scopo di realizzare il portus Julius. La Galleria di Scalandrone era costituita da una rampa sotterranea lunga circa 200 metri, che consentiva il collegamento fra il piano del lago Lucrino e l’area attuale del lago Fusaro da cui si poteva giungere a Baia e a Miseno. Anche sul piano della ricerca storica, dunque, le prospettive dello studio si preannunciano esaltanti. Oltre alle operazioni di rilievo eseguite dagli specialisti di Asa studio, la cavità è stata documentata per gli aspetti naturalistici e speleologici. La ricerca riprenderà nei prossimi mesi. «E con le riproduzioni dell’epigrafe che l’Arin farà sistemare nei locali del castello di Baia, il nostro percorso potrà arricchirsi di un pezzo prezioso di grande attrazione turistica», conclude Paola Miniero, direttrice del museo flegreo. Per l’occasione della festa, l’architetto Fabrizio Mangoni realizzerà una speciale sua «opera» gastronomica, una torta a diversi piani per ricordare l’importanza del Serino attraverso le vicende che hanno segnato la storia della Campania.