mercoledì 13 ottobre 2010

Neonati sepolti nelle anfore

Neonati sepolti nelle anfore
MARTEDÌ, 12 OTTOBRE 2010 il tirreno - - Empoli

Da giovedì un seminario con studiosi blasonati sugli scavi nella zona in età romana

Della scoperta si parlerà al convegno organizzato agli Agostiniani

Alcuni fra i massimi studiosi dell’archeologia provenienti dalle più blasonate università europee, arriveranno a Empoli per parlare su una tematica tutta empolese; “L’anfora di Empoli, produzione diffusione in età romana”, questo il titolo del convegno internazionale in programma a partire da giovedì 16 ottobre fino a sabato 18 nelle sale dell’ex cenacolo degli Agostiniani.
«Siamo riusciti a organizzare il convegno e la mostra sull’anfora empolese a Empoli - ha esclamato soddisfatto Leonardo Terreni, presidente dell’associazione archeologica del Medio Valdarno, ente organizzatore dell’iniziativa insieme alla Soprintendenza Archeologica della Toscana ed al Comune di Empoli - in un momento importante per tirare le fila dei numerosi scavi archeologici susseguitisi negli ultimi tre decenni». Il primo giorno sarà dedicato al Valdarno e alla Valdelsa, il secondo all’Etruria e al Lazio, il terzo al Mediterraneo.
L’anfora di Empoli, per entrare nel merito, era un contenitore destinato al trasporto alimentare, in particolare del vino, esportato in Etruria, nel Lazio e sulle coste del Mediterraneo. Dalla fine del II secolo d.c. fino al VI secolo a Empoli veniva dunque prodotto su larga scala questo particolare contenitore vinario, piuttosto piccolo, dal corpo piriforme ristretto verso la base, alto circa cinquanta centimetri, con orlo ad anello ingrossato ed arrotondato e anse a nastro di profilo quadrangolare, dalla capacità di circa 18-20 litri. «Si tratta di un’anfora ritrovata per la prima volta - spiega la dottoressa Lorella Alderighi, funzionaria della soprintendenza archeologica a suo tempo impegnata in molti scavi della zona e quindi profonda e appassionata conoscitrice della realtà locale - negli anni Settanta del Novecento a Ostia, e all’inizio era stato denominato tipo Ostia IV. Successivamente, negli anni Ottanta, prima ad Avane e poi negli scavi sotto la gioielleria Pratesi e in altre zone del centro storico di Empoli, vennero alla luce frammenti dello stesso tipo anforico e, circostanza decisiva, numerosi scarti di fornace. Furono riconosciuti come identici a quelli ostiensi e da allora l’anfora è stata denominata, in virtù del luogo di produzione, anfora di Empoli. Il contenitore serviva a trasportare il vino prodotto in queste zone anche in epoche, come quella tardo imperiale, in cui la produzione delle aree intorno era destinata soltanto all’autoconsumo. L’anfora inoltre, essendo piuttosto piccola, poteva essere posta direttamente sulla mensa. Per la prima volta in assoluto poi, saranno presentati i risultati di uno studio della dottoressa Maria Angela Turchetti, che ha individuato nello scavo della necropoli dell’Olmo a Scandicci le prime anfore di Empoli utilizzate, evidentemente quando non servivano più per il vino, come sepoltura per neonati. Le anfore saranno in mostra a Empoli, mentre i piccoli scheletri sono allo studio degli esperti. Si tratta di una novità assoluta per questo tipo anforico». La mostra nel convento degli Agostiniani si protrarrà fino al 24 ottobre. Informazioni su www.convegnoanforaempoli.it e allo 0571/589605. Il convegno sarà trasmesso in streaming sul sito www.empolitica.com.