sabato 30 ottobre 2010

Emerge dagli abissi un anfora romana ritrovata da due sub

Emerge dagli abissi un anfora romana ritrovata da due sub

08-10-10, il Tirreno Grosseto

Un tesoro nascosto in fondo al mare, che è tornato alla luce grazie a due sub che stavano scandagliando i fondali vicino alle Formiche. Ieri mattina il personale della delegazione di spiaggia di Marina di Grosseto, ha consegnato alla soprintendenza dei beni archeologici della Toscana dell’ufficio distaccato di Grosseto, il corpo di un’anfora romana. Il reperto, recuperato da due subacquei sportivi all’inizio del mese era stato consegnato alla guardia costiera di Marina di Grosseto, proprio per perfezionarne la restituzione alla competente soprintendenza. I tecnici intervenuti per il ritiro hanno ipotizzato che l’anfora possa risalire al periodo compreso tra il secondo e primo secolo avanti Cristo e hanno anche spiegato che all’epoca era utilizzata per il trasporto del vino. Oggi prende il nome dal proprio catalogatore tedesco, “Dressel 1A”. Il reperto si presentava senza i manici e con la bocca danneggiata, probabilmente a causa degli effetti del tempo e del mare, ma sostanzialmente integra per tutto il resto della superficie. R.W.

giovedì 28 ottobre 2010

Tempio di Vesta

                                                     Tempio di Vesta

sabato 23 ottobre 2010

Cripto portico del Palatino

                                                               Cripto portico del Palatino

giovedì 21 ottobre 2010

Un museo dedicato alle domus scoperte sotto Palazzo Valentini

Un museo dedicato alle domus scoperte sotto Palazzo Valentini
Marcella Smocovich
Messaggero – Roma 21/10/2010

Dopo gli scavi degli ultimi anni, nasce un museo permanente nel sottosuolo di palazzo Valentini, che farà riviere i fasti delle "Domus" patrizie di età Imperiale. Gli scavi, che hanno portato alla luce stanze, saloni, cucine, peristili e terme in cui hanno vissuto senatori e mercanti dell'epoca, offrono al pubblico un viaggio nella Roma Antica tra pareti ornate di lastre di marmi policromi, pavimenti coperti di mosaici e due sculture di personaggi togati di grandi dimensioni risalenti al II secolo d.C. Il nuovo museo, in via IV Novembre, è corredato da interventi firmati da Piero Angela e da un'équipe di tecnici come Paco Lanciano e Gaetano Capasso, che hanno ricostruito virtualmente con effetti grafici gli ambienti e la vita del passato. I1 visitatore potrà compiere anche un viaggio virtuale dentro una grande Domus, osservare il grande plastico che riproduce l'area in età imperiale e come l'area è cambiata nei secoli. L'opera è stata realizzata con un progetto interamente curato da storici dell'arte, archeologi e architetti dell'amministrazione Provinciale, dando risultati di eccezionale rilevanza, per l'importanza rivestita in età romana da quest'area e perché le scoperte hanno consentito di ricostruire un importante tassello della topografia antica e medioevale della città di Roma. Dagli scavi è emerso, a circa 7 metri di profondità, un piccolo impianto termale, da collegare ad un complesso abitativo residenziale attiguo, venuto alla luce nei pressi di palazzo delle Assicurazioni di Venezia. L'origine di Palazzo Valentini è da riferire al cardinale Michele Bonelli, nipote di Pio V, che nel 1585 acquistò da Giacomo Boncompagni un edificio in cima alla piazza dei SS. Apostoli. La scelta del luogo faceva parte del completamento della bonifica della zona paludosa, il "Pantano", compresa tra il Foro di Traiano e quello di Augusto. Il palazzo venne edificato a partire dalla fine del Cinquecento. L'elegante facciata e l'edificio furono ampliati nel XVII secolo, mentre nei primi del Settecento il Palazzo venne dato in affitto ai principi Ruspoli che vi ospitarono, tra gli altri, il compositore Haendel. Poi lo stabile fu acquistato dal cardinale Spinelli quindi nel 1827 l'edificio divenne la casa del banchiere Vincenzo Valentini. Nel 1873 divenne sede del Consiglio provinciale. Prenotazione della visita è obbligatoria (Info: 06 32810) l'orario di apertura e dalle 9,30 alle 17.

Memorie (romane) dal sottosuolo. Da sabato visite guidate nell’antico Teatro. Che svela i suoi segreti

Memorie (romane) dal sottosuolo. Da sabato visite guidate nell’antico Teatro. Che svela i suoi segreti
Federica Sanna
CORRIERE FIORENTINO 22 set 2010 Firenze

È rimasto sepolto sotto Palazzo Vecchio per oltre un millennio. E dopo sei anni di scavi, l’antico teatro romano ora torna finalmente alla luce. Almeno uno scorcio, che regala un incantevole viaggio nella storia di Florentia.

Dal 25 settembre la visita nei sotterranei si aggiungerà al percorso museale. Ma è soltanto un tassello di quello che diventerà il futuro museo della città. Sembra incredibile, eppure, sulle fondamenta di Palazzo Vecchio è nascosto un sito archeologico di grandissima importanza: «Le prime fondamenta del teatro romano risalgono al I secolo a.C.— spiega infatti Carlotta Cianferoni, soprintendente per i beni archeologici della Toscana — e la sua massima estensione fu nel I secolo d.C». Con il passare del tempo è stato trasformato in struttura di fortificazione e lentamente è sparito, lasciando perdere le sue tracce. Bisognerà aspettare fino a fine ’800, quando durante il rifacimento di un fognone in via de’ Gondi furono trovati i primi resti e venne disegnata su una mappa la sua presenza.

Nel 2004 Comune e soprintendenza hanno deciso di far partire gli scavi, condotti dalla Cooperativa Archeologia. Una scoperta inimmaginabile: «Questo teatro era grandissimo — continua Cianferoni — poteva ospitare almeno 10mila persone, e nel momento di massima espansione anche 15 mila». Il percorso dentro i sotterranei di Palazzo Vecchio si estende su due passerelle rosse, che danno la possibilità di ammirare dall’alto lo scavo. All’ingresso una linea curva di muratura delinea perfettamente la scena, lasciandola immaginare sul lato di via dei Leoni. Una delle immagini più suggestive è quella delle «burelle», come Dante le chiamava,probabilmente da barus, ovvero buio: «Sono i corridoi voltati — chiosa Silvia Golucci del Comune — che reggevano la cavea con i posti per il pubblico, verso piazza della Signoria. Successivamente usati come prigioni». Si vede perfettamente anche il vomitorium, la burella centrale dove entravano gli spettatori. «Si tratta di un’occasione importantissima— afferma Elena Pianea, dirigente del Comune — non solo per scoprire il vecchio teatro, ma anche per ricostruire la stratificazione che ha portato fino alla costruzione del palazzo».

Sopra i resti del teatro si possono vedere quelli di alcune case medievali, costruite quando il teatro fu abbandonato, con dei portoni, un pozzo e addirittura un fronte stradale con portali medievali e il selciato, inglobato nell’ampliamento del Palazzo. Gli scavi ora sono fermi: «Ci sembra giusto che la città possa condividere il lavoro di tutti questi anni», dice Cianferoni. Per l’assessore alla cultura Giuliano da Empoli è soltanto l’inizio: «Trovo affascinante pensare che ci sia un teatro sotto Palazzo Vecchio. E un certo senso questa funzione continua a esistere. Questa è una delle tappe che porterà il Museo della città, attualmente ospitato alle Oblate, in Palazzo Vecchio. Crediamo che questo museo sia naturalmente connaturato proprio qui». Le visite al teatro romano saranno ogni sabato, domenica e lunedì, a cura dell’Associazione Museo dei Ragazzi. E soltanto su prenotazione (055 2768224) per gruppi di massimo 20 persone. Il costo sarà di 8 euro, compresa la visita al resto del Palazzo: «Vogliamo che questa sia un’occasione di rilancio di tutto il museo di Palazzo Vecchio», dice Pianea. Gli scavi sono accessibili parzialmente anche ai disabili motori con accompagnatore, e sono vietati invece ai minori di 8 anni per questioni di sicurezza.

Le Colisée ouvre ses souterrains au public


Le Colisée ouvre ses souterrains Scriviau public
Heuzé Richard
Le Figaro 21/10/2010

De nouvelles parties du monument romain sont accessibles aux touristes.

Par petits groupes de vingt-cinq, les touristes peuvent désormais parcourir le « couloir de la mort ». C'est celui qu'empruntaient autrefois fauves et gladiateurs pour déboucher sous l'arène de l'amphithéatre Flavien, mieux connu sous le nom de Colisée. Au terme d'une restauration qui a coûté 3 millions d'euros, l'un des parcours les plus émouvants de la Rome antique est restitué au public. Cette restauration nous a procuré une grande satisfaction, explique l'archéologue Rosella Rea, directrice du Colisée. Elle offre un point de vue fasclinant sur l'amphithéatre et restitue une émotion incomparable. » Le spectacle est impressionnant. D'énormes blocs de travertin s'empilent en un savant enchévetrement découpé par la leur douce de torchères. Par endroits effleurent les rester du pavement original en forme d'arête de poisson. Un canal souterrain est relié à un affluent du Tibre : pour l'inauguration en l'an 80, au cours de festivités qui avalent duré cent jours, il avait acheminé l'eau nécessaire à des naumachies, des joutes nautiques.
Par endroits subsistent dans le sol les trous qui recevaient les bossoirs de bronze sur lesquels étaient amarrés les câbles servant à actionner les quelque 80 monte-charges en bois permettant aux gladiateurs et aux bêtes d'accéder a l'arène. Le même mécanisme servait a redescendre les corps après le combat. Pendant cinq siècles, jusqu'aux derniers spectacles datant de l'an 523 de notre ere, des millers d'homme sont prononcé, a l'issue de ce couloir, le fatidique : « Ave Cesar. Ceux qui vont mourir te saluent. » Au passage, la directrice tord le cou à une légende née en 1675, quand Clément X consacra le monument aux martyrs : seulement deux chrétiens furent exécutés au Colisée. Les persécutions se déroulaient non loin, sur le Circo Massimo. Pour la première fois aussi, les visiteurs pourront accéder au troisième étage du Colisée : d'une hauteur de 33 mètres, ils auront alors une vue saisissante sur l'ensemble du site archéologique de la Rome antique. L'ouverture des hypogées constitue le début d'un autre cycle de travaux que la direction du monument entend mener en trots ans pour élargir les facilités d'accès à un lieu recevant 19 000 visiteurs par jour. Le résultat de l'appel d'offres portant sur 23 millions d'euros sera connu à la fin du mois.

mercoledì 20 ottobre 2010

Vestali

                                                                      Vestali

martedì 19 ottobre 2010

Arco di Tarsus

                                                             Arco di Tarsus

domenica 17 ottobre 2010

Statue imperiali tra sabbia e alghe, il romanzo della città sommersa


Statue imperiali tra sabbia e alghe, il romanzo della città sommersa
f.m.
Il Mattino - Napoli 14/10/2010

In vetrina preziose testimonianze
Allo studio un centro per il restauro dei reperti portati alla luce dai sub

Comincia negli anni Sessanta il romanzo della città sommersa flegrea, condensata nello scenario del castello di Baia in un polo museale di importanza internazionale. Dai tesori del ninfeo imperiale di punta Epitaffio al progetto di un laboratorio di restauro specializzato per le opere d'arte custodite attraverso i secoli dal mare. Le prime scoperte a Baia, grazie alle moderne tecniche di ricerca subacquea, dopo i lunghi secoli di sprofondamento del bradisismo flegreo. L'intera scena di Ulisse, Baios e Poliremo ritrovata sotto una coltre di sabbia, alghe e fango. Successivamente, una dopo l'altra le preziose statue che adornavano gli ambienti sfarzosi delle residenze estive dei Cesari. E mille altre preziose testimonianze delle ville patrizie, dei porti commerciali, dello scalo militare di Miseno, della vita che trasformò Puteoli e Baia in una capitale estiva dell'impero. L'arco magico della città sommersa flegrea si estende dai confini dell'antica Pausilypon alle testimonianze, ancora in parte inesplorate, del porto .cumano. Un patrimonio per lunghi decenni depredato dalle continue incursioni dei vandali, soltanto negli ultimi tempi sottoposto alla sorveglianza delle forze di polizia e dalla giusta tutela delle Soprintendenze. Sono tanti i pezzi pregiati recuperati e messi in mostra nelle vetrine del castello di Baia, oltre alle opere d'arte del ninfeo imperiale di Baia e del Sacello degli Augustali di Miseno, due spettacolari ambienti ricostruiti nella torre di nord-ovest della cittadella aragonese. Ora, però, da] completamento del polo di restauro si attende l'atteso decollo del museo flegreo verso i più prestigiosi traguardi della cultura internazionale. La riapertura del nuovo percorso museale marcia in questo senso. Per l'impresa turistica sarà un'occasione di sviluppo irripetibile. Anche per la ricerca scientifica, però, gli itinerari dei Campi Flegrei saranno obiettivi irrinunciabili. Dalla storia del bradisismo scritta attraverso le incrostazioni delle statue recuperate in mare, ad esempio, studiosi di tutto i mondo potranno qui affrontare temi di sempre maggiore interesse per approfondire i segreti della vulcanologia e della ricerca geofisica. Le vicende storiche della «terra ballerina» flegrea, infine, dovrebbero essere sintetizzate in una inedita rassegna già progettata qualche anno fa in un padiglione del castello di Baia, non ancora realizzata soltanto per mancanza di fondi.
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nel disegno:
Veduta dei Campi Flegrei vicino Napoli - HACKERT Jacob Philipp

Gruppo Storico Villa Adriana - Romani a Villa Adriana

Rievocazione Storica Antica Roma

sabato 16 ottobre 2010

Colosseum’s Underground Area to open to tourists for first time


Colosseum’s Underground Area to open to tourists for first time
Herald Tribune 15/10/2010

Starting next week, tourists will be able to visit the upper area of the Colosseum and the underground, where gladiators once prepared for fights and lions and tigers were caged, Culture Ministry officials said Thursday. The opening is planned for Tuesday, and officials say it will be the first time the underground has been open to the public; the upper tier has been closed since the 1970s. Both will open after a cleanup and structural work to ensure they are safe. The areas will be accessible only to guided tours of a maximum of 25 people at a time, starting about every 20 minutes.

Giochi al Circo

                                                              Giochi al Circo

venerdì 15 ottobre 2010

Il Colosseo segreto. Aperti i sotterranei e il terzo anello

Il Colosseo segreto. Aperti i sotterranei e il terzo anello
Alessandro Capponi
Corriere della Sera 15/10/2010

Conclusi i lavori costati 3 milioni di euro
Raddoppiano gli spazi visitabili

ROMA — Nessuno finora è mai arrivato fin lì: tranne i gladiatori e le fiere, s'intende. Interrati nel V secolo, i sotterranei dell'Anfiteatro Flavio, proprio sotto il piano dell'arena, adesso sono accessibili al pubblico: basta prenotare una visita guidata, pagare 8 euro in più e sgranare gli occhi L'apertura ufficiale sarà martedì, ma già da oggi, senza aggiungere neanche un euro sul prezzo dei biglietto, si può ammirare un'altra parte del Colosseo: il III livello, a trentatré metri d'altezza, chiuso dagli anni Settanta. Da lì, si vede l'area archeologica e tutta là città, fino all'Eur. Un'operazione costata complessivamente meno di tre milioni che restituisce al mondo una parte cospicua del monumento più visitato d'Italia: ora, gli spazi nei quali è possibile entrare sono raddoppiati. Un nuovo Colosseo, dunque, è pronto. Si entra dalla Porta Libitinaria, proprio la stessa dalla quale i gladiatori uscivano morti Lo spettacolo non sarà per tutti: il commissario straordinario dell'area archeologica di Roma e Ostia, Roberto Cecchi, prevede «circa una decina di gruppi al giorno, di venticinque persone» Quindi, dalla mattina alla sera, 250 fortunati: pochini, se si considera che il monumento è visitato, quotidianamente, da diciotto-diciannovemila persone. I dati delle presenze, in effetti, sono impressionanti: 4 milioni e mezzo di biglietti nei primi otto mesi dell'anno (più 15 per cento). Adesso, è facile immaginare, che visti i nuovi percorsi la percentuale salirà: bene per l'indotto ma non del tutto per il monumento, visto che il sottosegretario ai Beni culturali Francesco Giro lo definisce «un malato cronico». Non per caso, adesso, l'Anfiteatro Flavio è atteso dalla sfida più grande: il bando per lo sponsor, che punta a raccogliere 23 milioni con cui ripulire l'intero Colosseo, dotarlo di una nuova recinzione e di impianti più moderni. Il ministro Sandro Bondi sorride ampio: «Negli anni Settanta a Roma c'è stato un amministratore (Renato Nicolini, ndr) che ha ottenuto un grande successo puntando sull'effimero, e non ha lasciato nulla. Io ho fatto la scelta opposta, ho lavorato come lavora un amministratore. Faccio il sindaco della Cultura». A Roma si annunciano altre inaugurazioni: il restauro del Tempio di Venere e della Casa delle Vestali. Ma di certo il lavoro fatto sul Colosseo regalerà ai visitatori un pezzo di storia mai visto. Anche perché i sotterranei, come spiega la direttrice Rossella Rea, «si sono conservati nel tempo senza subire nessuna delle manomissioni che sono toccate invece, nei secoli successivi, alla parte più elevata dell'anfiteatro». Lì sotto, tutto sembra rimasto com'era: come quando a camminare non erano giapponesi e tedeschi, ma gladiatori e fiere.

I costi
Il biglietto. Per vedere i sotterranei dell'Anfiteatro Flavio, proprio sotto il piano dell'arena, basta prenotare una visita guidata, pagando 8 euro in più
Al giorno. Sono 250 i fortunati che ogni giorno potranno fare la visita guidata

giovedì 14 ottobre 2010

Visitabili pure gli ipogei. Il Colosseo in festa: apre al pubblico anche il terzo livello.

Visitabili pure gli ipogei. Il Colosseo in festa: apre al pubblico anche il terzo livello.
CORRIERE DELLA SERA – 11 ottobre 2010

Dai concerti per l'Abruzzo ferito alle fiamme virtuali proiettate per tre giorni tra i suoi antichi archi. Dalle visite notturne che hanno riscosso un successo straordinario (ben al di là delle previsioni più ottimistiche), alle luci rosse che hanno trasformato le sue pietre in una cartolina di (gradito) benvenuto per il premier cinese Wen Jiabao in visita nella Capitale. Il Colosseo è tornato da mesi protagonista della vita pubblica della città. E giovedì prossimo sarà di nuovo sotto i riflettori, questa volta per celebrare proprio la storia e i fasti dell' Anfiteatro Flavio. Apre infatti al pubblico il terzo livello del grande monumento. Sarà un rilancio in grande stile di quello che è già tra uno dei luoghi più noti e visitati al mondo. Uno dei primi - a partire da fine dicembre-gennaio - a diventare visitabile anche virtualmente, attraverso la nuova mappatura di Google StreetView. L'inaugurazione di giovedì, alla presenza del ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi, renderà visitabile il terzo anello del Colosseo (che era chiuso da oltre 40 anni), oltre ad alcuni sotterranei e ipogei, anch'essi aperti per la prima volta ai turisti. L'anteprima era stata però già concessa alla stampa e alle telecamere di Corriere.Tv. Di lassù, dall'apice del Colosseo, c'è una vista superba, a 360 gradi: un giro d'orizzonte che va dai Fori imperiali, ai resti della Domus Aurea, fino al Colle Oppio. E ancora, dal Palatino all'arco di Costantino. Ed è solo l'inizio. Nelle sezioni coinvolte la parte che viene messa a disposizione dei visitatori è circa un terzo del totale della superficie, ma già così è un grandissimo e atteso evento. «Una vera novità», sottolinea Rossella Rea, della Sovrintendenza archeologica, direttore del monumento. Con Barbara Nazzaro sarà lei a tenere a battesimo il rinnovamento. «Sono al Colosseo dal 1985 e, purtroppo, finora non eravamo mai riusciti ad allargare il giro delle visite», ha aggiunto con una punta di rammarico. Con l'apertura del terzo anello e degli ipogei, la superficie accessibile del Colosseo passerà dal 40 al 70 per cento. Nei prossimi giorni sarà riaperta anche la Casa delle Vestali e poi toccherà al Tempio di Venere, anche loro chiusi da decenni al pubblico. Intanto, per sabato prossimo è prevista una grande festa per i romani, con il Colosseo aperto per una visita gratuita che avrà una guida d'eccezione: il sindaco Gianni Alemanno.

mercoledì 13 ottobre 2010

Neonati sepolti nelle anfore

Neonati sepolti nelle anfore
MARTEDÌ, 12 OTTOBRE 2010 il tirreno - - Empoli

Da giovedì un seminario con studiosi blasonati sugli scavi nella zona in età romana

Della scoperta si parlerà al convegno organizzato agli Agostiniani

Alcuni fra i massimi studiosi dell’archeologia provenienti dalle più blasonate università europee, arriveranno a Empoli per parlare su una tematica tutta empolese; “L’anfora di Empoli, produzione diffusione in età romana”, questo il titolo del convegno internazionale in programma a partire da giovedì 16 ottobre fino a sabato 18 nelle sale dell’ex cenacolo degli Agostiniani.
«Siamo riusciti a organizzare il convegno e la mostra sull’anfora empolese a Empoli - ha esclamato soddisfatto Leonardo Terreni, presidente dell’associazione archeologica del Medio Valdarno, ente organizzatore dell’iniziativa insieme alla Soprintendenza Archeologica della Toscana ed al Comune di Empoli - in un momento importante per tirare le fila dei numerosi scavi archeologici susseguitisi negli ultimi tre decenni». Il primo giorno sarà dedicato al Valdarno e alla Valdelsa, il secondo all’Etruria e al Lazio, il terzo al Mediterraneo.
L’anfora di Empoli, per entrare nel merito, era un contenitore destinato al trasporto alimentare, in particolare del vino, esportato in Etruria, nel Lazio e sulle coste del Mediterraneo. Dalla fine del II secolo d.c. fino al VI secolo a Empoli veniva dunque prodotto su larga scala questo particolare contenitore vinario, piuttosto piccolo, dal corpo piriforme ristretto verso la base, alto circa cinquanta centimetri, con orlo ad anello ingrossato ed arrotondato e anse a nastro di profilo quadrangolare, dalla capacità di circa 18-20 litri. «Si tratta di un’anfora ritrovata per la prima volta - spiega la dottoressa Lorella Alderighi, funzionaria della soprintendenza archeologica a suo tempo impegnata in molti scavi della zona e quindi profonda e appassionata conoscitrice della realtà locale - negli anni Settanta del Novecento a Ostia, e all’inizio era stato denominato tipo Ostia IV. Successivamente, negli anni Ottanta, prima ad Avane e poi negli scavi sotto la gioielleria Pratesi e in altre zone del centro storico di Empoli, vennero alla luce frammenti dello stesso tipo anforico e, circostanza decisiva, numerosi scarti di fornace. Furono riconosciuti come identici a quelli ostiensi e da allora l’anfora è stata denominata, in virtù del luogo di produzione, anfora di Empoli. Il contenitore serviva a trasportare il vino prodotto in queste zone anche in epoche, come quella tardo imperiale, in cui la produzione delle aree intorno era destinata soltanto all’autoconsumo. L’anfora inoltre, essendo piuttosto piccola, poteva essere posta direttamente sulla mensa. Per la prima volta in assoluto poi, saranno presentati i risultati di uno studio della dottoressa Maria Angela Turchetti, che ha individuato nello scavo della necropoli dell’Olmo a Scandicci le prime anfore di Empoli utilizzate, evidentemente quando non servivano più per il vino, come sepoltura per neonati. Le anfore saranno in mostra a Empoli, mentre i piccoli scheletri sono allo studio degli esperti. Si tratta di una novità assoluta per questo tipo anforico». La mostra nel convento degli Agostiniani si protrarrà fino al 24 ottobre. Informazioni su www.convegnoanforaempoli.it e allo 0571/589605. Il convegno sarà trasmesso in streaming sul sito www.empolitica.com.

sabato 9 ottobre 2010

Scoperte nuove tombe punico-romane

Scoperte nuove tombe punico-romane
al. pi.
Nuova Sardegna 25/9/2010

Corso Umberto, sospesi gli scavi nel cantiere vicino alla ferrovia
Per le ultime generazioni il casermone abbattuto nei giorni scorsi nella zona della ferrovia era un pezzo del passato di Olbia. Ma in realtà la vera storia della città si trovava pochi metri sotto. Al team di operai è bastato scavare un paio di giorni per rinvenire reperti di valore incalcolabile. E' stato sufficiente un mini intervento in profondità per far venire alla luce diverse tombe punico-romane. Per gli addetti ai lavori nessuna novità. Tutta la zona che da San Simplicio porta al Corso era l'antica necropoli della città. Quelle ritrovate nei giorni scorsi sarebbero tombe con copertura alla cappuccina, sepolture tipiche del periodo punico-romano, ma utilizzate fino al Medioevo, caratterizzate dal rivestimento di tegole. Con la «Cappuccina» il defunto veniva adagiato in una fossa in posizione supina con le braccia distese lungo il corpo o raccolte sul petto direttamente sulla terra o su tegole e, solamente dopo l'eventuale cremazione, veniva ricoperto con tegole o anfore. La scoperta, l'ennesima della storia di Olbia, ha inevitabilmente interessato la Soprintendenza, che ha subito preso le redini dello scavo. Ovviamente il rinvenimento delle tombe comporterà una dilatazione dei tempi di lavoro dell'impresa all'opera da fine agosto. Al posto del vecchio casermone alla fine del Corso, un tempo sede di un'officina, nascerà un nuovo edificio con uffici e negozi. Il punto in cui sono state ritrovate le tombe è l'area in cui sorgeranno i parcheggi, ma, trattandosi di una zona ricca di storia nel sottosuolo, non è escluso che la prosecuzione dei lavori possa riservare ulteriori sorprese.

giovedì 7 ottobre 2010

Bassorilevo del Foro di Traiano

                                                     Bassorilevo del Foro di Traiano

mercoledì 6 ottobre 2010

«Sito piccolo» Il ministero taglia i fondi a Canne

«Sito piccolo» Il ministeScriviro taglia i fondi a Canne
Alba Di Palo
CORRIERE DEL MEZZOGIORNO 29 set 2010 Bari

Il sito archeologico di Canne della Battaglia perderà, tra meno di un mese, biglietteria, bookshop e caffetteria. Una recente analisi condotta dal ministero per i Beni e le attività culturali, l’ha classificato come «piccolo»: ci sono pochi visitatori. «Secondo l’analisi ministeriale i siti "grandi", invece, sono quelli che annualmente hanno più di 200mila visitatori paganti, gli altri finiscono automaticamente nella sezione "piccoli" e per questo dovranno fare a meno dei servizi aggiuntivi a carico delle casse dello Stato», spiega amareggiato Nino Vinella, presidente del Comitato pro Canne della Battaglia. Il suo stato d’animo deriva non solo dal declassamento del sito di Canne della Battaglia - ma soprattutto dal fatto che il sito proprio nel 2009 ha sfiorato il record di visitatori. «Più di 20mila persone hanno pagato per ammirare il parco archeologico di Canne - racconta Vinella - e il prezzo del biglietto è davvero irrisorio, solo due euro, ma il dato resta incoraggiante; la scelta del ministero ci sembra penalizzante, anche per i lavoratori». Sono dieci le persone che si occupano di accogliere i turisti, di raccontare delle gesta eroiche delle truppe di Annibale che sconfissero i soldati romani e di fornire suggerimenti su libri e opuscoli da portare a casa. Adesso il loro futuro è a rischio. «Gli addetti alla biglietteria e al bookshoop, con ogni probabilità, saranno trasferiti a Trani o Andria, gli altri resteranno a casa», spiega Vinella che lancia un appello all’amministrazione comunale di Barletta responsabile del sito archeologico. Le casse comunali hanno, in realtà, già stanziato circa 750mila euro per l’Antiquarium, il vicino palazzo-museo in cui sono conservate le testimonianze della storia romana. «Difficile ipotizzare lo stanziamento di altri fondi».

lunedì 4 ottobre 2010

Acquedotto Claudio

                                                            Acquedotto Claudio

domenica 3 ottobre 2010

Abito romano

                                                                         Abito romano

sabato 2 ottobre 2010

Arco di Druso

                                                               Arco di Druso

venerdì 1 ottobre 2010

Casa di Germanico

                                                           Casa di Germanico