lunedì 16 agosto 2010

Scavi, restauri e scoperte sulle orme di Livia e Augusto

Scavi, restauri e scoperte sulle orme di Livia e Augusto
CARLO ALBERTO BUCCI
GIOVEDÌ, 12 AGOSTO 2010 LA REPUBBLICA - Roma

Nuovo itinerario in treno lungo le antiche basole della consolare fino alla Tomba del Gladiatore

Un tour nella Storia fermata per fermata. Fra tombe rupestri, mausolei, sepolture e residenze imperiali di campagna


Le grotte erano abitate dai senza tetto e il costone minacciava crolli. È bastato allontanare gli abitanti abusivi dalle antiche tombe rupestri per riportare la sicurezza sulla parete rocciosa che s´affaccia sulla Flaminia. Ed è bastato liberare quel sito non protetto da erbacce e immondizia, per ridare visibilità e dignità al magnifico Mausoleo della Celsa che spadroneggia sul Tevere. Poche centinaia di metri più avanti spicca la Villa di Livia, altra tappa di un affascinante tour tra le antichità servito dal trenino della Roma-Viterbo. E allora, in vista delle Olimpiadi del 2020, torna d´attualità la vecchia proposta degli archeologi: perché non segnalare a ogni stazione le meraviglie che pendolari e turisti posso vedere affacciandosi al finestrino? Per ammirarle da vicino dovrebbero essere aperte non solo su prenotazione. Ma ecco intanto il percorso tra i tesori della Flaminia.
Con 405 mila euro del commissario per l´archeologia romana la soprintendenza statale - guidata in questa zona dall´architetto Maria Gloria Leonetti e dall´archeologa Marina Piranomonte - sta mettendo in sicurezza il Mausoleo servito dalla stazione della Celsa che può essere ammirato anche dalla sopraelevata che scavalca quella di Labaro. Anche qui basta uscire e affacciarsi sul fosso della Valchetta dove, prima che il Cremera si getti nel Tevere, ecco il Ponte di Augusto realizzato dall´imperatore per raggiungere la moglie ad Gallinas Albas, la villa, vicinissima alla fermata di Prima Porta, ora oggetto di ricostruzione dei contrafforti crollati e ancora magnifica, tra stanze e ambienti ipogei, nonostante gli affreschi di Livia abbiano preso la strada di palazzo Massimo e la statua di Augusto quella del Vaticano.
La stazione successiva verso Nord, Montebello, permette di visitare il Mausoleo del Pino e i resti della villa nel cimitero di Prima Porta. Ma prendendo il treno nella direzione opposta, Roma, si scende alla fermata Centro Rai, con un mausoleo, ampi tratti della via Flaminia antica e i resti di una fornace dentro il giardino della tv di Stato. Ecco poi la Stazione Grottarossa: serve la Necropoli di Sesto Miglio con la Tomba di Fadilla e quella dei Nasoni (per visitarle, tel. 06 33625595). Ma è la fermata Due Ponti la tappa che in futuro potrà dare le maggiori soddisfazioni. Perché a via Vitorchiano sta venendo alla luce l´intatta Tomba di Marco Nonio Macrino. Si trova in un terreno del costruttore Bonifaci e, salendo sul muretto della ciclabile, dal 1 settembre si potranno vedere gli archeologi statali che riprendono a liberare marmi e sepolcri dalla terra che li ricopre ancora nord e a sud. Due anni fa, alla scoperta, c´è chi progettò di portarli via per ricostruire la tomba-tempio in un museo. Ora questa sciagura sembra scongiurata. E il sepolcro monumentale, che in molti continuano a chiamare del Gladiatore, potrà diventare una delle principali attrazioni del viaggio lungo le antiche basole della Flaminia.