venerdì 9 aprile 2010

Tempio di Venere, riapre dopo 30 anni

Tempio di Venere, riapre dopo 30 anni
CARLO ALBERTO BUCCI
VENERDÌ, 02 APRILE 2010 LA REPUBBLICA - - Roma

Da maggio nuova terrazza sulle antichità. Giro: "Basta con la pubblicità sui monumenti"

Venere e Roma finalmente riapre. Il più grande tempio romano, disegnato dalla mano stessa dell´imperatore Adriano, è stato restaurato per il Giubileo. E ha ospitato nel 2007 le contestate colonne di perspex issate per la cena dedicata allo stilista Valentino. Ma tra un mese sarà di nuovo accessibile anche ai "non vip" la cella di Venere. E a novembre sarà visitabile anche il lato che guarda verso i Fori: la cella della Dea Roma.
«È almeno dagli anni Settanta che è chiuso alle visite. Con una spesa di 250mila euro rimettiamo a posto il piano in coccio pesto e risolviamo il problema della fogna maleodorante che corre lungo i fianchi» dice l´archeologa Mariantonietta Tomei responsabile dell´area. «Sì, da molto tempo è chiuso. Ma da maggio tornerà ad essere visitabile grazie a un accordo con i sindacati che andremo a discutere martedì prossimo e che prevede un piano radicale per risolvere il problema cronico della custodia», aggiunge il soprintendente Giuseppe Proietti. Di nuove assunzioni non se ne parla. Ma gli inquilini della soprintendenza - prima Angelo Bottini, da marzo Proietti, con sempre accanto il commissario Roberto Cecchi - si ingegnano per fare le nozze con i fichi secchi: e allora l´uscita del Foro romano verso il Carcere Mamertino verrà forse dotata di tornelli (quattro i custodi che torneranno utili per altri servizi) e poi ci sono da spartirsi (ma su tutta Roma) i dieci i assistenti "tecnico-museale" di nuova assunzione dopo regolare concorso.
In cima alla Velia riecheggia ancora il rumore del tonfo della volta della galleria che porta alla Domus Aura, sprofondata martedì scorso sotto il peso della terra zuppa d´acqua. Ieri la Commissione stabili pericolanti del Comune ha certificato che non c´è pericolo di nuovi crolli e che i giardinetti di Colle Oppio non saranno chiusi del tutto. Ma non è forse il caso, come ha detto a "Repubblica" lo strutturista Giorgio Macchia, di liberare la Domus dei tre metri di verde e alberi che la sovrastano dotandola di un tetto di vetro? «Vedremo, c´è una ditta che ha vinto la gara per i lavori e bisogna studiare bene l´evolversi della situazione», la risposta "possibilista" di Proietti e Francesco Giro, venuto al Tempio di Venere per vedere lo stato dei lavori interrotti per la via Crucis di stasera.
«Dopo aver riaperto la Vigna Barberini e le arcate Severiane, ora, grazie anche alla nostra felice intuizione del commissariamento, restituiamo alla visita dell´area archeologica centrale questa straordinaria terrazza sul Colosseo», dice Giro, sottosegretario ai Beni culturali. E sull´anfiteatro Flavio ha idee precise: «Con il Comune stiamo cercando sponsor, meglio se romani, per il restauro che costerà inizialmente 25-30 milioni, anche se il sindaco Alemanno pensa a una spesa di 50: comunque i ponteggi non avranno poster pubblicitari, sono contrario». Dallo sport degli antichi a quello dei moderni. E il nuovo stadio della Roma? «Non ne parlano più - rivela Giro - evidentemente c´è stato un ripensamento. Era del resto un progetto fantasma visto che non è stato mai presentato».