lunedì 7 dicembre 2009

Fornaci romane a Caminate, trovati i fondi per gli scavi

Fornaci romane a Caminate, trovati i fondi per gli scavi
MARCO GIOVENCO
Il Messaggero Pesaro 17/01/2006

FANO - Semaforo verde per i lavori di scavo delle Fornaci romane di Caminate. Sono infatti stati reperiti fondi per 25mila euro sufficienti a garantire poco più della metà dell'intervento complessivo che è stimato in 40mila euro. Una notizia attesa da tempo e che, a quasi un anno dal ritrovamento del sito archeologico, si è concretizzata grazie al contributo della provincia di Pesaro-Urbino (10mila euro) e di aziende private, in particolare la Fornace-laterizi Solazzi e la Fano inerti, ditta, quest'ultima, dove è stato trovato il sito e per la quale c'è l'impegno della provincia a concedere un'altra area per escavazione. L'operazione è stata presentata nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno preso parte l'assessore provinciale ai beni storici e archeologici Paolo Sorcinelli, l'assessore alla cultura di Fano Davide Rossi e l'ispettore della Soprintendenza Gabriele Baldelli, oltre a rappresentanti del comitato per le fornaci romane e dell'Archeoclub. Una bella boccata d'ossigeno per il Comune di Fano, «impossibilitato per quest'anno - ha detto Rossi - a stanziare fondi per gli scavi in questione. La sinergia pubblico-privato, realizzata in questa occasione, è un esempio positivo di come, in futuro, anche attraverso il meccanismo del "fund raising", si potrà favorire la riscoperta e valorizzazione del nostro grande patrimonio culturale». Si va sempre più nell'ottica del museo diffuso sul territorio, e il prossimo step, ha sottolineato Sorcinelli, «è la valorizzazione attraverso percorsi archeologici e turistici». Prende sempre più corpo anche il progetto portato avanti dall'assessore provinciale di istituire a Fano un centro di documentazione e studi sulla Valle del Metauro. Un passo alla volta: l'insediamento archeologico sorge su un'area fra 5 e 6mila metri quadrati. Ben visibili almeno tre fornaci a pianta rettangolare (in particolare camere di combustione) complete di pozzetto d'alimentazione (praefurnium). Tutt'intorno vasche per la decantazione di argilla e acqua, tracce murarie e basamenti dove, presumibilmente, poggiavano i pali di una tettoia. I reperti ritrovati, come anfore, dolia, laterizi e altri utensili di uso comune (temporaneamente conservati presso il museo di San Costanzo), hanno permesso di stimare una datazione compresa tra la fine del I secolo fino a tutto il II secolo d.C. Il sito è di indubbio interesse storico e scientifico, motivazioni che stanno alla base degli interventi della provincia e dei privati. «I lavori - ha spiegato Baldelli - inizieranno fra marzo e aprile, quando cioè terminerà la stagione piovosa. I fondi stanziati fino ad ora saranno sufficienti a garantire circa un mese di scavi con l'impegno di due archeologi». Alla luce della ricchezza culturale e storica del sito l'auspicio è che ci siano altri privati pronti a sponsorizzare parte della campagna di scavo.