martedì 26 maggio 2009

Marmo bianco, pelle di leone Ercole ritorna dopo 2000 anni

Marmo bianco, pelle di leone Ercole ritorna dopo 2000 anni
PINUCCIO SABA
La Nuova Sardegna 21/05/2009

PORTO TORRES. Quando dalla terra è spuntato fuori un frammento di una gamba di marmo bianco, archeologi e operai hanno strabuzzato gli occhi. In questi ultimi giorni, nell’area dello scavo di via delle Terme guidato dalla direttrice scientifica Antonietta Boninu, le scoperte si susseguono con ritmo incessante, ma quella di ieri è stata davvero straordinaria. Un busto di Ercole. Alto 125 centimetri, in marmo bianco, privo del capo e degli arti superiori - rimane solo un pezzo del braccio destro, fino al bicipite -, con la gamba destra spezzata all’altezza dell’inguine e la sinistra appena sopra il ginocchio. Un manufatto che riporta ad artisti di epoca classica, di altissimo livello, databile a una prima lettura al I secolo dopo Cristo, o comunque all’età alto-imperiale romana, in cui sono ben leggibili gli elementi ricorrenti in tutta la statuaria che caratterizza questa figura mitologica con le zampe della leontè, il manto che ricopre le spalle della statua ricavato dal leone che il figlio di Giove uccise in una delle sue dodici fatiche. Il soggetto è perciò diventato subito esplicito: Ercole, divinità legata all’elemento dell’acqua, eroe strettamente connesso ai viaggi, ai traffici commerciali. Una figura ricorrente nella toponomastica dell’area del nord-ovest della Sardegna, con siti quali l’Herculis Insula (l’Asinara) e la stazione Ad Herculem, proprio nei pressi dell’antica Turris Libisonis. «Questo busto di Ercole, l’Herakles da sempre associato all’isola dell’Asinara e alla città di Turris Libisonis, è un ritrovamento molto significativo, importantissimo per la storia della città», spiega la coordinatrice scientifica dello scavo Antonella Pandolfi. Un ritrovamento, quello del busto erculeo, che dovrebbe aiutare a far luce sulla comprensione del complesso monumentale, come chiarisce ancora Antonella Pandolfi: «Questo Ercole potrebbe far parte di un gruppo scultoreo ed è la prima statua rinvenuta a Porto Torres in contesto stratigrafico, emersa peraltro tra i materiali di risulta in associazione ad altri elementi architettonici quali una colonna di oltre tre metri e mezzo, anch’essa in marmo bianco, con splendide scanalature, un capitello corinzio dello stesso materiale, il frammento di cornice e un’altra colonna liscia, in marmo grigio». Lo scavo in via delle Terme iniziò nel 2006 e già allora spuntò fuori un mosaico con una formula di saluto che costituisce un unicum in Sardegna. Dopo due anni di interruzione, l’indagine archeologica è ripresa qualche settimana fa, portando alla luce un importante complesso strutturale: un edificio articolato in numerosi vani e pavimentato con mosaici. Del complesso doveva far parte un ampio spazio aperto o porticato, vicino al quale gli operai dell’impresa Sini Restauri, guidati dagli archeologi Enrico Petruzzi e Daniela Deriu e dal rilevatore Franco Usai, hanno rinvenuto il busto di Ercole. La statua - recuperata, accuratamente sigillata e protetta sotto lo sguardo vigile del responsabile tecnico del cantiere di Porto Torres, Franco Satta - è stata poi trasportata al centro di restauro di Li Punti, scortata dal nucleo dei carabinieri per la tutela del patrimonio guidata dal capitano Gian Filippo Manconi. Nell’area di scavo è andato anche il sindaco di Porto Torres, Luciano Mura, che, entusiasta della scoperta, ha ribadito come il Comune turritano avesse già avviato un ragionamento con la precedente giunta regionale per la salvaguardia dell’area, sulla base delle scoperte fatte nel 2006. «Quei rinvenimenti - ha detto - dimostravano come quest’area avesse un valore monumentale non indifferente, e non inferiore a Tuvixeddu. C’è ora la necessità di una valorizzazione che può avvenire soltanto con provvedimenti speciali della Regione con la quale contiamo di riprendere il dialogo».