giovedì 16 ottobre 2008

Scempio al Foro di Tusculum

Scempio al Foro di Tusculum
Giovanna Ardesi
Controluce - Ottobre 2008

Ci risiamo! Le associazioni culturali e ambientaliste locali sono insorte nuovamente di fronte alla recente realizzazione di una piattaforma in calcestruzzo armato, di circa 40 mq, all’interno del sito archeologico di Tuscolo, proprio dove anticamente si trovava il foro. La costruzione è avvenuta in tutta fretta all’inizio di settembre. “Siamo increduli ed indignati - affermano le associazioni in un loro comunicato stampa - di fronte alla bruttezza e alla volgarità di questo intervento”. Lo stupore delle associazioni concerne soprattutto la scelta del luogo per installare l’ampia piattaforma, sulla quale stanno sorgendo manufatti in legno, che inevitabilmente deturpano le presenze archeologiche e il paesaggio. Si tratta di un impatto visivo sull’intero sito archeologico che trascura del tutto il concetto di tutela del patrimonio storico e archeologico
sancito dall’Unesco, che prescrive che i monumenti archeologici debbano essere salvaguardati con tutto l’ambiente circostante, a tutela del paesaggio naturalistico quale identità culturale e storica. La costruzione ultimata fungerà da centro servizi per l’accoglienza dei visitatori, con gabbiotto per la biglietteria di due metri per tre, un bagno ed una pensilina aperta con l’esposizione di pannelli didattici. “I lavori vanno fermati e la piattaforma eliminata - sostengono le associazioni - ci appelliamo alla Soprintendenza e alla Regione Lazio perché ripensino l’intervento e soprattutto ci appelliamo al Ministro dei Beni Culturali perché non permetta questo inaccettabile obbrobrio”. A firmare il comunicato sono: Archeoclub Tuscolano, Italia Nostra Castelli Romani, Alternativamente, Ciasco, Picchiorosso, ecc. A detta di tali associazioni per eseguire questo intervento, che rientra in un progetto cofinanziato dalla XI Comunità Montana e dalla Regione Lazio, si è provveduto addirittura a spostare i reperti archeologici. Ma proprio la soprintendente dott.ssa Giuseppina Ghini, che ha approvato il progetto, nell’intento di rassicurare le stesse associazioni, fa sapere tramite un comunicato stampa dell’XI Comunità Montana che “la base di cemento è ben al di sopra del livello archeologico, almeno di due metri, e potrà essere rimossa facilmente quando lo scavo verrà ampliato in un prossimo futuro, senza timore di intaccare i reperti. I materiali che adesso si vedono ammassati di lato sono di risulta dei vecchi scavi del ’94 e rimossi da vari punti dell’area
archeologica”. Dunque, la soprintendente conferma, con ciò, la presenza dei resti dell’antica città, che dopo lo scavo furono ricoperti
di terra a loro stessa protezione. Ma ci si chiede: se già ora si fa sapere (nello stesso comunicato dell’Ente Montano) che lo scavo sarà ampliato in futuro e che la base in cemento andrà distrutta, perché farla proprio lì, visto che la XI Comunità Montana pensa già di rifare più a valle la medesima costruzione? Davvero non si comprende tanta fretta nella realizzazione di un centro servizi provvisorio, visto che la stagione estiva è ormai al termine e con essa anche la stagione del teatro all’aperto! Meglio sarebbe stato, dunque, fare i suddetti manufatti lungo la strada
asfaltata più in basso senza bisogno di fare la costosissima base cementizia. Questo centro servizi è costato 135mila euro, mentre l’intero progetto “per un percorso di visite” è per una spesa complessiva di 176mila euro. Ma a questo sperpero di denaro pubblico siamo ormai abituati quando si parla di Tuscolo. Si ricorda, ad esempio, che per il teatro di Tuscolo la medesima Comunità Montana, proprietaria del sito, spese 330milioni di lire circa 13 anni fa per realizzare una sua improbabile ricostruzione, tanto che, a seguito della denuncia di alcune associazioni, l’ente fu costretto a demolire quanto costruito.
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