lunedì 20 ottobre 2008

DE IMMORTALITATE: L’Immortalità

DE IMMORTALITATE: L’Immortalità

L’entrata in Roma dalla via Appia fiancheggiata da tombe monumentali. L’uomo di fronte all’idea della morte: ritualizzazione del congiungimento fra vita e morte, come momento decisivo della vita umana.
Implicazioni nel concetto di morte, e di anima, per i Greci, gli Etruschi e i Romani. Le necropoli come consapevolezza di appartenere alla stessa comunità. Gli Etruschi. Amore per la vita e costante sentimento della morte. Le tombe, le suppellettili e gli affreschi.
I regni sotterranei. Le divinità della morte. Cuma, il lago d’Averno. Valore delle esequie. Combattimenti gladiatori.
Cosmologia dello spazio romano: il «mundus», porta simbolica degli inferi nel foro. Le feste dei morti. Dai «Fasti» di Ovidio: i Lari, i Penati, i Mani, i Lemuri.
I funerali romani nella descrizione di Polibio: le maschere e la processione degli antenati. Il ricordo lasciato ai vivi.
Invocazioni delle anime dei morti per maledizioni e scongiuri. Le anime buone e malvage in Cicerone e Virgilio.
Afflusso in Roma di ricchezze ed estensione del privilegio della tomba di famiglia: Eurisace, Caio Cestio.
Selezione di iscrizioni funerarie lette con voci diverse. Lunga sequenza con suggestione di immagini scultoree e paesistiche, rapide sintesi di vita.
Culti orientali: Cibele, Osiride, Orfeo, Mitra. I grandi mausolei imperiali: L’Augusteo, la Mole Adriana.
Con il Cristianesimo nasce il cimitero, il dormitorio dei morti. Crescente prevalenza dell’inumazione. I sarcofagi. Coincidenza di sepolcro e luogo di culto. Le catacombe di S. Sebastiano, S. Callisto, S. Domitilla. San Pietro come massima espressione del tempio sepolcro. Il Pantheon.