martedì 16 settembre 2008

Via al recupero della scalinata imperiale

ROMA - Via al recupero della scalinata imperiale
Corriere della Sera (Roma) 16/09/2008

Non va avanti solo la Metro C, con la «talpa» che già scava nelle viscere della terra. Va avanti anche il recupero di una nuova meraviglia archeologica, la scalinata imperiale scoperta in febbraio accanto a piazza Venezia nell`aiuola di Madonna di Loreto. Lì sono rimasti, a guardia, dell`importante scalone imperiale scoperto a quattro metri di profondità alcuni alberi maestosi (ma
anche malati) che da tempo costituiscono l`arredo della piazza. Saranno eliminati, dopo una lunga «melina» tra soprintendenze (l`archeologia col sovrintendente Angelo Bottini ne chiedeva l`abbattimento, l`architettonica con la soprintendente Federica Galloni cercava di evitarlo) e così riprenderà lo scavo con due importanti obiettivi: riportare alla luce l`intera scalinata imperiale e trovare il posto davanti alle Assicurazioni Generali per le uscite della linea C. Per gli archeologi è una vittoria.
Si tolgono i pini e si guadagna una nuova realtà archeologica, ancora tutta da scoprire oltre la porzione già individuata nei primi scavi. Via dunque il terriccio che ha ricoperto provvisoriamente la scalinata riemersa all`inizio di quest`anno durante gli scavi preventivi guidati dall`archeologo Roberto Egidi. Allora cosa venne fuori? A quattro metri profondità giaceva una struttura larga 15 metri, con cinque gradoni in cemento e marmo,
parte di una struttura sicuramente più ampia. L`impianto, su cui restano segni dell`incendio del 39o d.C. e di un terremoto, collegava la vicina area della Colonna e della Basilica Traiana
con quella più a nord occupata da «insulae» e domus. La scalinata risulta delimitata a nord da un muro, ma verso la piazza nessuno sa
quanto sia più larga e ci si chiede cosa effettivamente fosse: un auditorium? Oppure una sistemazione urbanistica della selletta tra il Foro di Traiano e della zona residenziale dell`antica Roma?
Oppure parte di un edificio di culto più ampio?
Nessuno ne conosceva l`esistenza. Neanche la «Forma Urbis», la pianta monumentale marmorea di Roma imperiale fatta all`epoca di Settimio Severo e di cui si conservano importanti lacerti, ne certifica la presenza. La grande scala, in cemento romano, ricoperta in marmo, atterra con i suoi gradoni imponenti davanti a
una pavimentazione in granito e marmi gialli di cui è affiorata una piccola porzione ma di cui s`indovina il prolungarsi in direzione delle Assicurazioni Generali. Sicuramente ora di gradoni ne emergeranno altri, come minimo due.
Nel punto più basso la scala è profonda quattro metri e mezzo rispetto al piano stradale. L`impianto è chiuso da entrambi i lati da pilastri in laterizi che sono collassati, probabilmente a causa di un terremoto. I laterizi sono fatti da mattoni «bipedali» romani, cioè quei grandi e spessi quadratoni giallognoli di 59 centimetri per lato. Sui pilastri ci sono i segni di un grande incendio, probabilmente quello del 390 d.C. I pilastri chiudevano dunque la gradinata.
E ora? Alcuni sondaggi, a ridosso del Vittoriano sul lato del Museo delle Bandiere, hanno a suo tempo messo in luce una cloaca romana
e un pozzo medievale. Sono le preesistenze che sussistono in quel punto che era una «selletta» già spianata e scavata dai romani. Tra
quel punto e l`aiuola con la scalinata c`è via dei Fori Imperiali, che è stata ubicata lì dove fino al `3o c`era Palazzo Desideri. Lo sventramento, col fascismo, però dovrebbe aver eliminato tutto.
Verso la piazza invece sussistono le fondamenta di Palazzo Parracciani, con le sue cantine. Insomma bisognerà andare ancora a tentoni, ma bisognerà farlo con testardaggine (finché non si trova il punto giusto) perché in piazza Venezia c`è una nuova meraviglia archeologica e anche perché lì le uscite della fermata rimangono necessarie.