mercoledì 24 settembre 2008

Luci blu, porpora e oro il monumento com´era

ROMA - Luci blu, porpora e oro il monumento com´era
FRANCESCA GIULIANI
MERCOLEDÌ, 24 SETTEMBRE 2008 LA REPUBBLICA - Roma

Un esperimento di ricostruzione della policromia dell´altare di Augusto.
Ieri sera la presentazione a 300 invitati

I pigmenti ritrovati sui frammenti e la comparazione con i mosaici del Laterano e la pittura romana di Pompei per un modello virtuale digitale


Si accendono ancora una volta i riflettori sull´Ara Pacis di Augusto. Ma non per dibattere, una volta di più, le sorti della teca creata da Richard Meier per proteggere i delicatissimi marmi decorati che l´imperatore volle dedicare alla divinità della Pace nel 9 avanti Cristo. Le luci che hanno illuminato - ieri sera e per un ristretto pubblico, nella data del 23 settembre, ricorrenza natale di Augusto - l´Ara Pacis sono un fenomenale ritorno al passato, una specie di pozione magica negli occhi di chi guarda capace di far rivedere il monumento com´era negli anni in cui venne collocato al centro del Campo Marzio a memoria delle imprese dell´imperatore.
Proiettate sul fronte del monumento, le luci hanno illuminato di colori rilievi, girali e foglie di acanto in un impressionante profluvio cromatico. Il blu dello sfondo, il rosso porpora delle toghe, il giallo dei fiori, il verde delle foglie di acanto. Niente di più distante dal pallore grigiastro del marmo dei monumenti che vediamo svettare tra le macchine in giro per Roma. L´esperimento di colorazione di luce «come un velo» adagiato sul monumento è stato presentato ieri sera del sovraintendente Umberto Broccoli, dell´assessore Umberto Croppi insieme al direttore dei Musei Vaticani, Antonio Paolucci, alla presenza del sindaco Alemanno (il quale ha colto l´occasione per dire: «L´Ara Pacis è talmente bella che si sopporta anche la teca»); con il supporto organizzativo di Zetema.
Il marmo si è colorato di luce con sottofondo musicale, di fronte a decine di archeologi e storici dell´arte del Campidoglio, a studiosi e addetti ai lavori a un sovrintendente particolarmente entusiasta. Si tratta - è stato precisato - soltanto di un assaggio di qualcosa che verrà ripetuto e sarà proposto al grande pubblico insieme ad un convegno (marzo 2009) e ad una mostra (dicembre 2009).
Dal punto di vista tecnico si tratta dunque di un´ipotesi ricavata da un modello digitale colorato virtualmente in base a criteri comparativi che hanno utilizzato immagini della pittura romana antica e dei mosaici conservati, per esempio, a San Giovanni in Laterano o ai Musei Vaticani. «Bisogna tenere presente che l´Ara Pacis è stata per molti anni interrata, danneggiando irreparabilmente i colori - spiega l´architetto Stefano Borghini che ha lavorato al progetto insieme a Raffaele Carlani per la Katatexilux - Per questo si sono fatti confronti con la pittura pompeiana, con altre immagini dell´epoca che facevano riferimento all´Ara Pacis, per ipotizzare una ricostruzione filologicamente adeguata». Il progetto ha studiato l´intera ipotesi restitutiva del monumento (nel museo dell´Ara Pacis esiste già da un anno un modello digitale con i colori) con la collaborazione di Alessandro Viscogliosi e la supervisione del professor Eugenio La Rocca.
Criteri rigorosamente scientifici hanno guidato l´esperimento: per colorare piante e fiori dei rilievi è stato utilizzato lo studio delle specie vegetali eseguito dalla facoltà di Botanica di Roma Tre mentre ulteriori indagini sono state effettuate sui colori dai laboratori scientifici vaticani. Allo studio c´è ora la colorazione integrale del monumento, per il pubblico nei prossimi mesi.