sabato 10 maggio 2008

ROMA: Un tesoro nel cuore di Testaccio i magazzini del porto antico

ROMA: Un tesoro nel cuore di Testaccio i magazzini del porto antico
RENATA MAMBELLI
02/12/2006, La Repubblica, Roma

Il più grande scavo archeologico aperto oggi a Roma è davanti all´ex Mattatoio, a Testaccio: un ettaro rinchiuso da un muro di cinta nel quale stanno riaffiorando - tra una quantità di "cocci", di pezzi di anfore, di mattoni di opus reticulatus - alcuni horrea datati tra il I e il II secolo d.C., i magazzini per le mercanzie sbarcate nel vicino porto sul Tevere, e poi i solchi delle vigne impiantati in epoca tardo antica sui resti dei magazzini, e ancora tracce di una cascina rinascimentale, una strada, il Vicolo della Serpe, che attraversava questo tratto di campagna romana fino all´800. Tutto nell´area in cui sorgerà il nuovo mercato di Testaccio, fino a pochi mesi fa occupata dall´ex stadio per i "pulcini" della Roma.
«Qui si vede come la città ha continuato a crescere su se stessa», spiega l´archeologo Renato Sebastiani, della Sovrintendenza per i beni archeologici di Roma con delega agli scavi di Testaccio, «dall´epoca romana fino a quella tardo antica, al medioevo, al rinascimento, all´ottocento, riusando gli spazi e i materiali delle epoche precedenti, adattandoli alle circostanze cambiate della realtà cittadina». E così i grandi magazzini di quando Roma aveva quasi un milione di abitanti, ai tempi di Costantino, due secoli dopo, ridotta la popolazione a 40 mila persone, venivano adoperati per usi diversi, spesso i mattoni andavano a costruire nuove case oppure, come qui, finivano a rinforzare i solchi intorno ai vigneti, lastricavano nuove strade, e pezzi di colonne in marmo verde erano calcinati insieme a pietre nei muri della casina di cui è stata rinvenuta la cantina in cui si faceva il vino, col posto per il torchio per spremere l´uva.
«In quest´area vogliamo avviare un progetto integrato», spiega Sebastiani, «costruendo il mercato, ma allo stesso tempo tutelando i beni archeologici che sono stati rinvenuti e valorizzandoli». Per questo il nuovo mercato, al quale sarà affiancato un centro commerciale, alcune unità abitative e un parcheggio, sarà completato, nel sottosuolo, da un´area archeologica di più di 3 mila metri quadri, visitabile. «Un pezzo del museo diffuso che abbiamo intenzione di creare nel quartiere di Testaccio, un quartiere che si estende sull´antico centro della Roma imperiale, collegando tra di loro in un unico percorso visitabile il porto romano, sull´argine del Tevere davanti a Porta Portese, il Porticus Aemilia, l´enorme edificio costruito lungo il Tevere come deposito annonario, i magazzini che stiamo scoprendo, il monte dei Cocci, ma anche l´area di prati dietro al monte lasciati liberi per permettere le scampagnate ai romani dal Rinascimento fino all´inizio del ‘900, i palazzi costruiti a metà ‘800 per il quartiere operaio, fino ai "villini" degli anni ´30, abbattuti negli anni ´60, e al campetto di calcio. Vogliamo che qui si possa avere uno spaccato della vita della città in quest´area dai tempi dei romani ad oggi, come avviene nella Crypta Balbi, ma in un territorio molto più ampio».
Per la fine del 2008 il nuovo mercato, con la sottostante area archeologica, dovrebbe essere pronto: «Da quel momento il museo sarà aperto e faremo partire anche le visite guidate al museo diffuso». Anche perché questo quartiere è già da oggi uno dei più frequentato dai turisti: «Molte guide straniere lo segnalano, ma quando arrivano qui i turisti non sanno cosa vedere, letteralmente: per questo abbiamo pensato, con il gabinetto del sindaco, di avviare il progetto di museo diffuso con una serie di servizi ad hoc».
Ma le scoperte che si stanno facendo nell´area dell´ex campetto della Roma sono importanti non solo per i turisti, ma anche per gli studiosi: «Stiamo scoprendo», ci dice l´archeologa Silvia Mellace, «che in questi horrea erano custodite soprattutto anfore di vino cretese. Questo permetterà di ricostruire i commerci che venivano fatti all´epoca, con quali porti, con quali paesi. E ci spiegherà qualche cosa in più della Roma di allora